lunedì, 18 Marzo, 2024

Dalla Sicilia arrivano i droni per agevolare l’agricoltura ed il salvataggio di persone

Giuseppe Spallina, Chiara Carlevaro e Antonio Raspanti, le tre menti dietro al marchio Heli-Lab, hanno sviluppato un software in grado di trasformare un drone in un pc volante che trasmette dati in tempo reale. Una tecnologia applicabile in diversi settori, dall’agricoltura di precisione alla prevenzione degli incendi. Ora stanno perfezionando il loro software con l’obiettivo di raggiungere il mercato e lo fanno anche facendo ricerca all’interno del Parco tecnologico padano di Lodi, dove si sono aggiudicati un periodo di incubazione e affiancamento di sei mesi per studiare gli ambiti di applicazione dei droni nel settore agroalimentare e in quello forestale.

La startup ha cominciato a lavorare con i droni nel campo del cinema, facendosi strada sin da subito ma poi ha individuato un problema, racconta Giuseppe «I droni utilizzati al giorno d’oggi vengono mandati in volo, raccolgono i dati e bisogna aspettare che tornino a terra per elaborarli. Noi abbiamo pensato di connettere invece i droni a Internet in modo da farli dialogare con il mondo in tempo reale». In tal modo, «il drone si trasforma in un pc volante in grado di raccogliere dati eterogenei, dalla pressione alla temperatura dei terreni ad esempio, e di trasferirli ad un server che a sua volta li elabora».

In collaborazione con l’università di Catania e la Vico Systems, azienda specializzata nella progettazione di apparati di telecomunicazione, la Heli-Lab ha creato il software adatto da impiantare sui droni.

Una tecnologia costosissima finora usata solo esclusivamente sui droni militari che i ragazzi di Heli-Lab sono riusciti a rielaborare investendo pochi soldi e rendendola così applicabile ai settori più disparati. A partire dall’agricoltura di precisione, il drone vola sui campi e sa indicare con precisione e in tempo reale dove serve più acqua, concime o diserbanti, portando quindi a risparmi notevoli. «Le nostre tecnologie sono utili soprattutto in Italia, dove di solito le aziende hanno appezzamenti di terreno sparsi sul territorio e fare una ricognizione unica è difficile», spiega Spallina. «Con i droni collegati in tempo reale non si devono mandare consulenti o agronomi per ogni pezzo di terreno, perché l’agronomo riceve i dati seduto alla scrivania di fronte al suo computer». Non si risparmia solo la fatica, ma anche tempo e denaro che in agricoltura, in molti casi, è fondamentale. «Soprattutto quando si devono curare epidemie come la Xylella o il punteruolo rosso delle palme, agire immediatamente è fondamentale». E questi droni, cosa su cui Heli-Lab sta lavorando, potrebbero anche essere in grado di comunicare direttamente con le macchine agricole che stanno a terra.

I droni connessi potrebbero essere applicati anche oltre l’agricoltura, nei terremoti ad esempio. «Come purtroppo abbiamo visto nell’ultimo sisma del Centro Italia», racconta Giuseppe Spallina, «spesso raggiungere i luoghi colpiti è difficoltoso. Se però la centrale di controllo riceve direttamente le immagini dei luoghi in tempo reale, può guidare protezione civile o vigili del fuoco facendo risparmiare tempo, vedendo quali strade sono libere, in modo da velocizzare i soccorsi». Stesso discorso vale per le operazioni di salvataggio dei migranti in mare. «Le immagini trasmesse dal drone permetterebbero alla Guardia costiera di sapere prima quale situazione si troveranno davanti, comunicando magari anche con i migranti in modo da dare indicazioni sulle operazioni, evitando che si agitino o si spostino tutti da un lato della nave, cosa che spesso accade causando il ribaltamento delle imbarcazioni e la perdita di vite». A questo proposito, lo staff di Heli-Lab ha fatto una simulazione con un operatore che si trovava a Catania per un soccorso a trenta chilometri di distanza, riuscendo a comunicare con la persona da soccorrere in tempo reale, come se si trattasse di una chiamata tramite Skype. «In questo modo si possono salvare vite, anche senza metterne a repentaglio altre». Senza dimenticare l’utilizzo nel monitoraggio del territorio per la prevenzione degli incendi. «In questo modo si potrebbe intervenire non solo quando il fuoco è già appiccato, ma anche prima, quando le condizioni ambientali potrebbero portare al rischio di incendi».

Al momento i tre fondatori di Heli-Lab stanno autofinanziando lo sviluppo del software e cercando commesse per la consulenza delle aziende agricole in Italia ma soprattutto all’estero, dove le colture selettive sono più diffuse. «Ma se troviamo un investitore», dice Giuseppe Spallina, «il nostro prodotto si potrebbe mettere direttamente sul mercato».

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